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DOLCE COME IL MIELE

SITE-SPECIFIC EXHIBITION BY GIULIA FERRARESE

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LuogoArteContemporanea ospita le opere dell’artista Giulia Ferrarese, che ne riveste gli spazi con la sua visione onirica del mondo naturale. Le sue creazioni combinano realtà animale e vegetale con suggestioni fantastiche derivanti da un’amalgama di miti e folclori tra Oriente e Occidente che caratterizza la sua ricerca artistica.

“Dolce come il miele” illustra il mistero e il fascino dei meccanismi evolutivi dei variopinti fiori di orchidea attraverso pennellate che uniscono evidenza botanica ed estro creativo, in un processo generativo presieduto da divinità ancestrali ibride. L’aspetto singolare - e talvolta antropomorfo - delle corolle suggerisce l’intervento di un’energia primigenia nel plasmarne la forma, ravvicinando uomini e piante.

Alla rappresentazione fantastica del fenomeno di mimesi degli organismi vegetali segue un corpus di lavori incentrato sul carattere soprannaturale delle peculiarità di alcuni animali, sottolineando le connessioni magiche che si sviluppano tra le diverse specie - uomo compreso. La volpe (Kitsune), in particolare, è un soggetto ricorrente nella ricerca di Giulia Ferrarese che, similmente alla figura dello sciamano - catalizzatore delle energie incarnate, mezzo e guida alle trasformazioni del mondo animale e alla loro trasmissione al contesto umano - esplora questo orizzonte di interazioni mistiche.

Parte delle opere esposte sono incentrate sul carattere soprannaturale delle peculiarità di alcuni animali, sottolineando le connessioni magiche che si sviluppano tra le diverse specie - uomo compreso. La volpe (Kitsune), in particolare, è un soggetto ricorrente nella ricerca di Giulia Ferrarese che, similmente alla figura dello sciamano - catalizzatore delle energie incarnate, mezzo e guida alle trasformazioni del mondo animale e alla loro trasmissione al contesto umano - esplora questo orizzonte teriomorfo di interazioni mistiche. Nella cultura giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza in grado di sviluppare poteri soprannaturali, tra cui l’abilità di cambiare aspetto e di assumere sembianze umane, come nel celebre koan (cinese 公案, giapponese 公庵) “La volpe di Baizhang” (Mumonkan, “La porta senza porta”, celebre testo dello Zen Rinzai). I colori del suo manto mutano in accordo con le energie cosmiche che dialogano con l’interiorità dell’animale.

Segue un corpus di lavori che illustra il mistero e il fascino dei meccanismi evolutivi dei variopinti fiori di orchidea attraverso pennellate che uniscono evidenza botanica ed estro creativo, in un processo generativo presieduto da divinità ancestrali ibride. L'impollinazione ha portato le piante a servirsi di uccelli e insetti per essere fecondate e a questo scopo molte di esse presentano colori e forme che risultano attrattivi per questi animali, innescando in alcuni casi un particolare fenomeno di mimesi. I fiori delle orchidee, in particolare, rassomigliano a piccoli esseri dal profilo antropomorfo, a farfalle, vespe, bombi, api e a ogni tipo di creatura volante, per poter offrire nutrimento in cambio di impollinazione. Nutrimento che richiama una danza amorosa tra i boccioli aperti e i visitatori alati attratti dalle loro caratteristiche cromatiche e odorose. L’aspetto singolare delle corolle, infatti, suggerisce l’intervento di un’energia primigenia nel plasmarne la forma, ravvicinando uomini e piante. 

La figura femminile che rappresenta questo balletto passionale di processi di contatto e interazione fra mondo animale e vegetale è Sualidù, incarnazione dello spirito dell'amore che permea ogni cosa (nella seconda sala). Essa è incoronata da piume di pavone come nelle raffigurazioni di alcune divinità di meditazione (Yidam) del buddhismo tibetano, e presenta una vela che le cinge il collo; la sua pelle è puntinata e materica, una dinamica membrana di passaggio, e la sua veste dal movimento ipnotico, incanalando le energie del mondo ctonio, sotterraneo, magmatico della Terra, funge da porta e accesso a questo mondo. Il suo capo è ornato da segni grafici che ricordano le rappresentazioni delle nuvole cinesi.

Nella seconda sala si affronta il tema del pensiero e della rappresentazione delle forze che lo animano e lo orientano, attraverso ideogrammi intuiti che affiorano naturalmente fra le dita dell'artista, come un suono visivo che richiama l'Oriente, in forma di flusso (rotolo e leporello) e in forma più stabile e coesa nelle tavole ove appaiono sezioni cerebrali e percorsi neuronali su variazioni frattali. 

Giulia Ferrarese, 2023

DOLCE COME IL MIELE 

esposizione site-specific di Giulia Ferrarese

03.05 - 17.05.2023

opening

mercoledì 03 maggio, h 17

 

finissage

lunedì 15 maggio, h 17

Le opere in mostra sono in vendita.
Per maggiori informazioni scrivere a info@arteluogo.it
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